Un uomo straordinario Un'azienda straordinaria

Soichiro Honda è stato veramente un uomo straordinario: un fantasioso sognatore ed al tempo stesso un progettista con i piedi ben saldi per terra. Decisamente anticonformista, poteva risultare talvolta ostinato, ma sempre umano e premuroso. Figlio maggiore di una famiglia molto unita (il padre era un fabbro), Soichiro nacque a Komyo, nei pressi di Hamamatsu, nel novembre 1906. Il suo naturale interesse verso la meccanica si esplicitò già nella piccola officina paterna, in cui aiutava il padre a riparare biciclette. Ad otto anni vide per la prima volta un'automobile Fu un evento che segnò definitivamente la sua vita. Maggiorenne, cominciò infatti a costruire auto da corsa e fu fortunato quando, nel 1936, ne distrusse una in un grave incidente, rimanendo comunque illeso. L'anno seguente aprì i battenti della sua prima impresa, una fabbrica di segmenti per pistoni, nella qualle risolveva i problemi tecnici che via via incontrava grazie alle conoscenze acquisite studiando metallurgia. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Soichiro vendette la propria azienda prendendosi un anno sabbatico e stringendo nuove amicizie. Più tardi, nel 1946, fondò l'Honda Technical Research Institute (Istituto Honda di Ricerca Tecnologica) che, a dispetto del nome altisonante, era formato soltanto da un semplice capannone in legno.

Cosiderata l'assoluta necessità di mezzi di trasporto di uso comune, necessità che emergeva fortemente nel Giappone che tentava di rialzarsi dalle micidiali ferite della guerra, Mr. Honda trovò quasi per caso una soluzione. Comprata una partita di 500 motori, un'eccedenza di produzione destinata a radiotrasmettitori dell'esercito, radunò attorno a sé uno staff di tecnici in grado di applicare queste unità motrici alle biciclette. Presto seguirono i primi veicoli "Made in Honda", tali da convincere l'ancor giovane Soichiro a fondare nel 1948 la Honda Motor Company. Negli Anni '50 il genio creativo del fondatore espresse una tale quantità di progetti rivoluzionari tali da portare la neonata Casa giapponese, in un arco di tempo sorprendentemente ridotto, a divenire l'azienda motociclistica leader al mondo ed in particolare nel campo della tecnologia applicata alle due ruote.

Arrivato per la prima volta in Europa nel 1954, rimase affascinato dal mitico Tourist Trophy dell'Isola di Man. Decise così in breve che le corse sarebbero divenute per la Casa un obiettivo irrinunciabile - intuendo alla perfezione quanto tali successi avrebbero potuto essere utili alla Casa. Affettuosamente soprannominato "Oyaji" (papà) dai suoi dipendenti, Soichiro Honda spingeva le persone ad utilizzare il più possibile la propria immaginazione per esprimere il meglio di se stessi, senza rinunciare mai ai propri sogni. Voleva infondere fiducia nei giovani e lasciare il più ampio spazio alla loro creatività. Convinto sostenitore della meritocrazia, le persone fanno carriera grazie alle proprie qualità e non per un mero nepotismo, rifiutò sempre di affidare posizioni di responsabilità ai parenti, fossero essi i figli od i nipoti. E quando si ritirò in pensione nel 1973, affidò l'azienda alle esperte mani di Kiyoshi Kawashima. Soichiro si dedicò così anima e corpo alla Fondazione Honda, che si propone di conciliare in armonia la tecnologia e l'ambiente. Morì nel 1991, dopo aver realizzato innumerevoli sogni nell'arco di oltre mezzo secolo, lasciando la moglie Sachi e tre figli.

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