La celebrazione del 7 ottobre ad Atessa (CH) ha interessato tutti gli 800 dipendenti (che superano le mille unità nei periodi di alta stagione) delle sedi di Atessa e Roma, fornitori, concessionari ufficiali, consulenti e collaboratori vari dell’azienda. Ma questo traguardo è soprattutto il frutto di un programma a lungo termine in un settore molto competitivo come quello motociclistico, dove l’azienda che occupa la posizione di leader in tema di quantità prodotte ben difficilmente possiede anche una leadership d’immagine - spesso nelle mani di piccoli produttori specializzati.
Ma Honda è riuscita a spezzare questo tabù divenendo, per moltissimi aspetti anche il costruttore nazionale di riferimento nel mondo delle moto e degli scooter, in un paese in cui fortissima é la presenza delle industrie nazionali. Presso i concessionari Honda è infatti del tutto naturale trovare in bella mostra il ciclomotore per il quattordicenne insieme alla Super Tourer con equipaggiamento al top del settore, dal maxiscooter per il tragitto periferia-ufficio alla “Race Replica” pronta per le corse – fino allo scooter di piccola cilindrata per i brevi spostamenti quotidiani.
Honda rappresenta quindi un costruttore italiano a tutti gli effetti, un marchio positivamente popolare e nello stesso tempo un prodotto ricco di contenuti esclusivi, sintesi di un marchio che ha saputo proporsi al pubblico in modo trasversale.
Come ha ricordato il Presidente del Senato Franco Marini, anch’egli intervenuto alla manifestazione, “Guardiamo con favore a questo tipo di investimenti esteri in Italia, che crescono nel tempo e riescono a fondere, in un esclusivo risultato qualitativo e quantitativo, due culture tanto differenti quali l’italiana e la giapponese”.
Come peraltro la Honda Italia, ubicata nello stabilimento di Atessa (CH) e con “base” commerciale a Roma, passata negli anni dalla produzione della CB125 nel 1977 a quella della “endurina” XL125 che ha lanciato una moda fra i giovani adolescenti italiani dei primi anni ’80, subito seguita nel 1985 dalla NS125 2 tempi che ha scosso il settore delle “ottavo di litro” sportive. Negli anni ’90 un radicale cambiamento di strategia ha portato l’azienda ad orientarsi verso il mercato degli scooter, sviluppando una rete di fornitori locali qualificati e seguendo la filosofia del “market-in” – ovvero, produrre dove vi sia “il” mercato.
Il Bali 50, il primo scooter in tutto e per tutto “made in Italy”, risale al 1993, seguito l’anno dopo dalla produzione abruzzese della NX650 Dominator, la prima maximoto Honda mai prodotta in Europa, e del CB500. Nel 1998 l’azienda supera l’incredibile numero di oltre 160mila veicoli prodotti in un anno (fra motocicli, maximoto, scooter) e si prepara a cavalcare il successo degli scooter targati, prima con il Pantheon (primo scooter Euro-1, normativa per la quale viene realizzata nel 1999 l’innovativa Sala Prova emissioni) e poi, in rapida successione nel XXI secolo, con scooter 125/150cc di grande successo italiano e continentale: @, SH, Dylan, nuovo Pantheon, SHi (il primo veicolo al mondo Euro-3) e PSi – tutti equipaggiati con un nuovo propulsore 4 tempi raffreddato a liquido e, dal 2003, anche con iniezione elettronica PGM-FI.
Dal 2001 si afferma l’importanza strategica della Honda Italia con il trasferimento in Italia della produzione della “best seller” Hornet 600 e la realizzazione della serie CBF (500/600) con ABS, culminati nel 2006 con la commercializzazione della CBF1000, la prima 4 cilindri di tale cilindrata prodotta nel vecchio continente. Per non parlare di aspetti puramente produttivi, come l’inaugurazione nel 2004 del reparto fonderia, che ha completato il sito produttivo italiano, una vera “fabbrica integrata” anche grazie al contributo dei fornitori che hanno promosso il CISI (Consorzio Italiano Subfornitura Impresa), un pool di aziende specializzate, tutte situate nei dintorni dello stabilimento abruzzese.
Il ruolo da protagonista della Honda Italia (con sedi a Roma, Atessa) è confermato dal proprio status di “azionista di riferimento” in Europa del brand giapponese: copre infatti da sola oltre il 40% delle vendite “a due ruote” nel vecchio continente. Con il traguardo dei 35 anni, caratterizzato da un fatturato di oltre 764 milioni di Euro e sottolineato da oltre 800 dipendenti (oltre ai 2000 dell’indotto), l’azienda intende confermare la propria posizione di leader non solo dal punto di vista produttivo (oltre 1,2 milioni di veicoli prodotti fino ad oggi) e di immagine ma anche strategico, riaffermando valori quali Divertimento, Sicurezza e Rispetto dell’Ambiente, nei quali crede con convinzione.
Honda è stato infatti il primo costruttore a firmare fin nel 2003 la Carta Europea per la Sicurezza Stradale, progetto di cui fa parte l’esclusivo simulatore di guida Honda Riding Trainer, e la prima azienda a presentare una moto con airbag di serie, l’esclusiva GL1800 Gold Wing modello 2007. |
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Andrea Dovizioso, Giovanni Di Pillo (speaker della manifestazione), Fausto Gresini e Marco Melandri salutano le oltre 2000 persone presenti
Silvio Di Lorenzo (VP Honda Italia) saluta il Presidente del Senato Franco Marini
Alla celebrazione di Atessa erano fra gli altri presenti Franco Marini (Presidente del Senato), Ottaviano Del Turco (Presidente Regione Abruzzo), Keita Muramatsu (Presidente Honda Italia), mentre Silvio Di Lorenzo (VicePresidente Honda Italia) e Vito Cicchetti (Dir. Generale Vendite Honda Italia) hanno fatto gli onori di casa.
Una vista dall'alto della manifestazione - svoltasi all'interno del sito produttivo di Atessa
La simpatica cerimonia tradizionale giapponese "Kagamibiraki" che ha chiuso la manifestazione, ovvero un "brindisi giapponese" di buon auspicio per il futuro con autorità, manager, dipendenti, concessionari, piloti ed ospiti vari impegnati ad... infrangere il coperchio dei voluminosi contenitori di saké, poi distribuito a tutti i presenti. |
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Honda rappresenta quindi un costruttore italiano a tutti gli effetti, un marchio positivamente popolare e nello stesso tempo un prodotto ricco di contenuti esclusivi, sintesi di un marchio che ha saputo proporsi al pubblico in modo trasversale.
Come peraltro la Honda Italia, ubicata nello stabilimento di Atessa (CH) e con “base” commerciale a Roma, passata negli anni dalla produzione della CB125 nel 1977 a quella della “endurina” XL125 che ha lanciato una moda fra i giovani adolescenti italiani dei primi anni ’80, subito seguita nel 1985 dalla NS125 2 tempi che ha scosso il settore delle “ottavo di litro” sportive. Negli anni ’90 un radicale cambiamento di strategia ha portato l’azienda ad orientarsi verso il mercato degli scooter, sviluppando una rete di fornitori locali qualificati e seguendo la filosofia del “market-in” – ovvero, produrre dove vi sia “il” mercato.
Il Bali 50, il primo scooter in tutto e per tutto “made in Italy”, risale al 1993, seguito l’anno dopo dalla produzione abruzzese della NX650 Dominator, la prima maximoto Honda mai prodotta in Europa, e del CB500. Nel 1998 l’azienda supera l’incredibile numero di oltre 160mila veicoli prodotti in un anno (fra motocicli, maximoto, scooter) e si prepara a cavalcare il successo degli scooter targati, prima con il Pantheon (primo scooter Euro-1, normativa per la quale viene realizzata nel 1999 l’innovativa Sala Prova emissioni) e poi, in rapida successione nel XXI secolo, con scooter 125/150cc di grande successo italiano e continentale: @, SH, Dylan, nuovo Pantheon, SHi (il primo veicolo al mondo Euro-3) e PSi – tutti equipaggiati con un nuovo propulsore 4 tempi raffreddato a liquido e, dal 2003, anche con iniezione elettronica PGM-FI.
Dal 2001 si afferma l’importanza strategica della Honda Italia con il trasferimento in Italia della produzione della “best seller” Hornet 600 e la realizzazione della serie CBF (500/600) con ABS, culminati nel 2006 con la commercializzazione della CBF1000, la prima 4 cilindri di tale cilindrata prodotta nel vecchio continente. Per non parlare di aspetti puramente produttivi, come l’inaugurazione nel 2004 del reparto fonderia, che ha completato il sito produttivo italiano, una vera “fabbrica integrata” anche grazie al contributo dei fornitori che hanno promosso il CISI (Consorzio Italiano Subfornitura Impresa), un pool di aziende specializzate, tutte situate nei dintorni dello stabilimento abruzzese.
Il ruolo da protagonista della Honda Italia (con sedi a Roma, Atessa e Bologna) è confermato dal proprio status di “azionista di riferimento” in Europa del brand giapponese: copre infatti da sola oltre il 40% delle vendite “a due ruote” nel vecchio continente. Con il traguardo dei 35 anni, caratterizzato da un fatturato di oltre 764 milioni di Euro e sottolineato da oltre 8000 dipendenti, l’azienda intende confermare la propria posizione di leader non solo dal punto di vista produttivo e di immagine ma anche strategico, riaffermando valori come Divertimento, Sicurezza (Honda è stato il primo costruttore a firmare nel 2003 la Carta Europea per la Sicurezza Stradale e la prima azienda a presentare una moto con airbag di serie, l’esclusiva Gold Wing) e Rispetto dell’Ambiente, nei quali crede con convinzione. |
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Vista aerea dello stabilimento Honda di Atessa
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